Assicurare la parità salariale è un impegno continuo

di Marcel Walker, esperto in gestione della diversità, UFPER | 02.09.2019
Parità salariale

In seguito allo sciopero nazionale delle donne di giugno 2019, il tema della parità salariale ha nuovamente acquisito importanza. Ma come si può misurare la parità salariale? E, cosa più importante: come la si può raggiungere? In questo l’Amministrazione federale dà il buon esempio. 

La parità salariale è sancita nella Costituzione federale e nella legge sulla parità dei sessi, e dovrebbe essere già realtà. Tuttavia, la situazione è un’altra: a livello nazionale, le donne guadagnano ancora circa il 18 per cento in meno rispetto agli uomini. Attorno all’8 per cento di questa differenza (ovvero circa 640 franchi al mese) non è giustificabile sulla base di criteri oggettivi come il livello di formazione e di qualifica richiesto, il settore di occupazione o l’esperienza lavorativa. 

Una discriminazione salariale perlopiù inconsapevole

Diverse misure possono contribuire a garantire la parità salariale nelle imprese: un sistema salariale con criteri chiaramente definiti offre in primo luogo condizioni quadro che favoriscono una retribuzione equa. Tuttavia, la prassi salariale lascia margini di manovra che possono condurre a distorsioni legate al genere, favorendo così la discriminazione salariale. Difficilmente questi margini di manovra verranno usati in maniera conscia per discriminare i lavoratori sulla base del loro sesso. Per questo motivo è importante sensibilizzare i superiori gerarchici affinché sappiano riconoscere le distorsioni percettive («unconscious bias») quando si fissa il salario e si valutano i collaboratori. Infine, un’analisi regolare della prassi salariale rende possibile verificare della situazione nelle aziende e individuare, in modo più preciso, un eventuale potenziale di ottimizzazione.

L’Amministrazione come esempio da seguire

Con la sottoscrizione della «Carta per la parità salariale nel settore pubblico», l’Amministrazione federale si è impegnata, su base volontaria, a favore della parità salariale; così facendo ha lanciato un segnale alle imprese del settore privato. Dal 2010 l’Amministrazione federale ha già svolto due controlli degli stipendi dei propri collaboratori per verificare il rispetto della parità salariale. Dall’ultimo controllo, effettuato nel 2018, è emerso che la parità salariale è garantita in tutti i dipartimenti e in tutte le unità amministrative. Che l’Amministrazione federale funga effettivamente da modello in tema di pari opportunità viene confermato anche dal rapporto commissionato dal Consiglio federale «La Confederazione come esempio da seguire». L’Amministrazione federale non ha comunque intenzione di dormire sugli allori: in vista del prossimo controllo sulla parità salariale è necessario, in particolar modo, migliorare ulteriormente la qualità dei dati. La parità salariale resta dunque un impegno continuo anche all’interno dell’Amministrazione federale.

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